Tanti di voi saranno anche abbondantemente sazi, ma per tanti altri questi primi giorni dell’anno sono ancora dedicati alle mangiate. Durante il nostro weekend in Valle d’Aosta abbiamo provato un’esperienza nuova e bellissima, che ci sentiamo vivamente di consigliare. Grazie alla bravissima Martina abbiamo avuto modo di gustare una cena tipica valdostana a casa di suoi amici, valdostani DOC, in un percorso di conoscenza di cibo e vini che ci lasciato pienissimi di bontà e di felicità.
Trascorrere le ore di una cena con dei veri locals è un’esperienza che va oltre al condividere del cibo. La maggior parte delle pietanze tipiche delle Valle d’Aosta è già di nostra conoscenza, andandoci abbastanza spesso, ma è il come vengono gustati e le storie familiari che questi piatti hanno, che non si conoscono a priori.
Eat with valdostani
Grazie ad una cena organizzata perfettamente, abbiamo avuto modo di andare più a fondo nella conoscenza della cucina tipica valdostana. I padroni di casa, Eleonora e Simone, ci hanno accolto in maniera splendida e ci siamo sentiti subito in sintonia con tutti.
Oltre alle tantissime leccornie preparate dai ragazzi, ottima era la “carta dei vini”. Andrè è uno dei proprietari della Cave Gargantua, una cantina di Gressan casa di vini eccellenti. Avevamo adocchiato questi vini al Wine Note, ma ci siamo tenuti sete e curiosità per la serata. Possiamo dirvi senza problemi che la pazienza è stata ampiamente ripagata.
Abbiamo iniziato la cena con la bocconata, il tipico spuntino valdostano che, come elementi immancabili, prevede formaggi, salumi e un buon bicchiere di vino.
Abbiamo fatto una buona scorpacciata degli ottimi formaggi e salumi della Valle d’Aosta, assaggiando il Gargantua Blanc, un vino bianco molto fresco, formato in prevalenza da uve autoctone Priè Blanc. Eleonora è una sommelier e ci ha svelato ogni segreto di questo vino, mentre Andrè ci ha raccontato il metodo di lavorazione del vitigno autoctono più alto d’Europa.
Questo Gargantua Blanc si abbina molto bene ai formaggi, è fresco e profumato e si beve che è un piacere.
Proseguendo nella nostra ricca bocconata abbiamo anche assaggiato il Gargantua Rouge, il vino “di famiglia” della Cave Gargantua, prodotto dal vitigno originale della famiglia Cuneaz, orgoglio e capostipite di tutta la produzione vinicola di questi ragazzi. È un vino storico, da rispettare per la storia che si porta dietro e che, bevendolo, racconta il territorio della Valle d’Aosta in cui è nato e cresciuto.
La bocconata è sicuramente un punto forte della cena e, da sola, può anche bastare, ma il richiamo della seuppa valpellinentze è stato irresistibile. Ci piace tantissimo scoprire i piatti più legati al territorio e meno noti, proprio come la seuppa.
Un piatto di origine povera, fatto con pane raffermo, verza, burro e abbondante fontina. Calorico e caldo, ideale da gustare nelle giornate d’inverno, è buonissimo. Lo abbiamo apprezzato moltissimo, tanto da averne fatto anche il bis.
La seuppa è stata accompagnata dal Pinot Gris della Cave Gargantua. Un vino straordinario, perfetto in abbinamento al piatto proposto, ma eccellente anche in assolo. Sinceramente è uno dei vini migliori che abbiamo mai bevuto, potente e indimenticabile al palato. (Andrè, per piacere, ti prenotiamo già una cassa per la prossima volta che saliamo su in Valle 😉 ).
Il secondo, la polenta in due versioni (integrale e concia) accompagnata da salsiccia al sugo si è rivelato un ostacolo insormontabile. Eravamo decisamente troppo pieni per poter mangiare anche la polenta. In compenso, prendendo una lunga pausa, abbiamo sorseggiato l’ottimo Torrette Superior Labiè, un vino dal carattere fiero e dal gusto deciso.
Al dolce non si può dir di no e la crema di Cogne, leggermente modificata con una generosa aggiunta di rum, è stata spazzolata con facilità disarmante. Non abbiamo fatto alcuna fatica a credere fosse il dolce preferito dei ragazzi. È un dolce ottimo per concludere un’abbondante cena valdostana insieme alle immancabili tegole.
Ma le sorprese erano ben lungi dal finire. Se sulle pere Martin-Sec al vino abbiamo gentilmente declinato, non potevamo mancare il caffè alla valdostana. Questo particolare caffè, detto anche caffè dell’amicizia, si beve nella sua coppa e si passa di commensale in commensale senza poterlo posare sul tavolo. È un caffè lungo a cui vengono aggiunti rum, cannella, noce moscata e altre spezie a seconda della ricetta di famiglia.
Più della ricetta in sè, è il valore della coppa ad essere importante. Caldo, bollente, ustionante lo si passa di mano in mano in segno di amicizia ed è stato un modo stupendo di chiudere la nostra bellissima e buonissima cena tipica valdostana.
Grazie a Martina e Matteo per aver ideato e organizzato la stupenda cena.
Grazie a Eleonora e Simone per averci aperto le porte di casa loro e averci fatto sentire davvero accolti
Grazie ad Andrè e Claudia per averci fatto scoprire le meraviglie in bottiglia della Cave Gargantua.
A tutti voi GRAZIE, per averci fatto passare una serata che non dimenticheremo mai.
4 Comments
Un crampo allo stomaco ed un pugno nel cuore. Piatti che mi ricordano la mia terra natia; sapori di un territorio che ho sempre amato. Il lardo di Arnad, la motsetta, la fontina, i baudin sono stati i miei compagni di tavola e quando ritorno nella VdA i primi prodotti ad essere acquistati. Ma il genepy lo avete assaggiato? Adoro questo liquore…
Non sapevamo fossi valdostano Fausto! ? sono tutti prodotti eccellenti che anche noi acquistiamo, e mangiamo, molto volentieri ogni volta che andiamo in Valle. Il genepy lo conosciamo, ma non lo abbiamo mai assaggiato come si deve. Potremmo andare insieme a farne una buona degustazione!
Esattamente! Un’esperienza davvero straordinaria! 🙂 Poi il tutto accompagnato da vini fantastici raccontati proprio dal ragazzo proprietario della cantina!! Comunque se cerchi sul blog siamo andati altre volte in Valle e trovi segnato qualche posticino 😉
Ah, io ero già pronta a segnare il nome di un ristorante dove mangiare una tipica cena valdostana per organizzare una gita domenicale… Bellissima la possibilità di mangiare direttamente a casa di gente del posto, così oltre a poter assaggiare i piatti che avete provato voi, si ha anche l’opportunità di parlare con chi ha cucinato quel piatto o con chi ha fatto quel vino. Un’esperienza unica ?