Fine Dining, Ristoranti

Forme Restaurant a Brescia: la cucina gourmet di Arianna Gatti

20 Luglio 2023
forme restaurant a brescia

Brescia e la sua provincia stanno vivendo da qualche anno un fermento gastronomico estremamente interessante. L’elezione, insieme a Bergamo, a capitale della cultura 2023 è il giusto riconoscimento ad un territorio con profonde radici nel suo passato, ma capace di proiettarsi nel futuro. Esattamente come Forme, il ristorante guidato dalla giovane Arianna Gatti, una delle aperture più stuzzicanti del 2023. 

Il ristorante sorge all’interno di Atena, una struttura polifunzionale alle porte di Brescia, lontana dal centro più trafficato e con una prima vista sui campi. Lo spazio è una vecchia corte restaurata dentro cui il progetto Atena ha sviluppato varie attività e di cui Forme è sicuramente la punta di diamante. 

A guidare il ristorante gourmet è arrivata Arianna Gatti, chef dal talento cristallino, che unisce la sua natia anima abruzzese con l’esperienza lavorativa maturata nel bresciano. Braccio destro di Philippe Léveillé al Miramonti, ora la chef Gatti è pronta a prendersi le luci della ribalta nel suo percorso da solista, con uno stile in cucina che viaggia costantemente tra Abruzzo e Brescia, mantenendo sempre alta l’asticella tecnica, ma soprattutto non dimenticandosi mai dell’equilibrio dei sapori. 

Ad aiutarla nel trasmettere la sua idea di cucina negli spazi ultramoderni e finemente arredati di Forme, una sala che lavora in perfetta sintonia, capitanata dalla maitre Elisa Redolfi, proveniente anche lei dal Miramonti e perfetta lettrice dei bisogni del cliente. Se l’esperienza da Forme è stata eccellente, grande merito va a questa professionista della sala, che ci ha coccolato per tutto il pasto, interpretando al meglio i nostri bisogni.

Il nostro menù da Forme

Il percorso comincia subito con una bella tappa che lascia un ricordo, e un profumo, estremamente piacevoli. Una schiuma al latte di cocco e petali di rosa nasconde un pregiato granchio reale, che si muove delicatamente su una base di latte di cocco e mandorle. Piatto elegante e suadente, che non si fa dimenticare. In accompagnamento si gioca con un shot all’aceto di riso, rosa e mandorla, per nulla stucchevole. 

Sui primi piatti si toccano le vette più alte di questo viaggio gastronomico. La prima scalata al piacere è opera del fusillone con polvere di sarde, burro al finocchietto e gel di uvetta e rum. Epitome di una pasta gourmet, con una cottura a regola d’arte e un equilibrio di sapori vertiginoso, in cui ogni fusillo è un concentrato del piatto nella sua interezza. 

Segue un istant classic, uno di quei piatti che in futuro potrebbero valere la tappa da Forme. Spaghetto aglio, olio e peperoncino, con ricci di mare e tartare di canocchie. Semplicemente il mare in bocca, con la sciabordio delle onde a contorno mentre il palato si perde nella ricchezza gustativa di un piatto fantastico. 

Stuzzicanti e divertenti i vini che ci sono stati proposti con questi primi piatti, dai gusti null’affatto semplici. In primis uno Chardonnay macerato di Ca del Vent, che fermenta un anno in barrique con i lieviti indigeni, che ne cambiano incredibilmente il profilo aromatico. Minerale, avvolgente, con note di legno in retro-olfatto e struttura importante, che non cede il passo alla complessità del fusillone.

In secundis un Traminer aromatico abruzzese, anch’esso macerato, della cantina Castelsimoni, complesso e strutturato, dal lunghissimo finale di mandorle con sfaccettature di frutta gialla matura e fiori. Esaltante mentre accompagna la profondità marina dello spaghetto. 

Le lumache solitamente spaventano, al contrario dell’Amatriciana, che invece piace a tutti. E se fossero unite insieme in un piatto? La chef Gatti ha creato questo connubio stuzzicante, da scarpetta assicurata. Lumachine avvolte nel guanciale, adagiate su un sugo alla amatriciana con pecorino, un piatto dalla gustosità e morbidezza sorprendente. 

L’ultima portata salata è la metafora di un luogo in cui si torna sempre con piacere. L’anatra è cotta perfettamente, il fondo bruno ridotto con ratafià, liquore abruzzese alle erbe e ciliegie, ne esalta la carnosità, con un retrogusto erbaceo. Chiudono il piatto due accorgimenti golosi: filettini cotti al josper e ciliegie ripiene di patè di fegatini. In accompagnamento un bel Ciliegiolo di Antonio Camillo, che riprende le note acidule della ciliegie continuando nel sorso il boccone. 

Il momento del dessert è un tripudio di dolcezza, in cui si presenta anche la piccola pasticceria ad accompagnare sua maestà Forme di Frutta. Chicca notevole l’accompagnamento alcolico, per il quale Elisa ci ha proposto un gin tonic con acqua tonica al pompelmo, dal bel colore rosato e molto rinfrescante.  

Forme di Frutta, che ovviamente gioca con il nome del ristorante è una cartolina dai Caraibi. Un cremoso ai frutti tropicali, con ripieno di frutto della passione, base al cocco e forme di meringa, lascito perfetto del pranzo da Forme, di cui siamo certi sentiremo molto parlare in futuro. 


Piccole info su Forme Restaurant:

  • Sito web
  • Indirizzo: via Codignole 52, Brescia
  • Chef: Arianna Gatti
  • Prezzo medio a testa: 100 €
  • Contatti: 030 240 0353

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