Lo abbiamo atteso trepidanti per mesi, abbiamo studiato nel dettaglio i menù, abbiamo conosciuto le tendenze degli chef nelle interviste, abbiamo ripercorso i momenti più emozionanti dello scorso anno e poi, finalmente, lo abbiamo vissuto: il Taste of Milano 2016 è stato magnifico, una giornata indimenticabile all’insegna dell’alta cucina nella sua forma più nobile e conviviale.
Questa edizione è stata ancora più intensa per Spignattando. Siamo cresciuti, abbiamo imparato e scoperto molto a livello culinario nell’ultimo anno, e ci siamo goduti questo Taste 2016 con una consapevolezza decisamente maggiore.
Nella nuova cornice del The Mall, il Taste of Milano ha sicuramente trovato una più consona collocazione. Pronti e carichi già dalla mattina, ci siamo recati sul presto attrezzati di tutto punto per goderci ogni istante.
Wicky’s
Come lo scorso anno siamo partiti da Wicky’s, la cui cucina orientale sapientemente unita alle tradizioni meneghine dalle mani esperte dello chef Wicky Pryan, si conferma eccezionale. Il carpaccio di Angus scozzese si scioglieva in bocca.
Il filetto tagliato sottilissimo era accompagnato da una salsa di soia lavorata con aceto allo Champagne e Banyuls (un vino dolce francese) e la salsa speciale di Wicky che rendeva ancora più morbida e gustosa la già eccellente carne.
Superlativi gli arancini alla Milanese, novità dell’anno per Wicky’s creata appositamente per il Taste of Milano 2016. Nome intrigante per un piatto fantastico, in cui l’iconico riso alla milanese racchiudeva verdure croccanti e ossobuco.
La vera chicca di questo piatto però, era la crema di granchio reale. Mangiato in un unico boccone il piatto era un’autentica esplosione di sapori perfettamente bilanciati tra loro.
Berton
Dopo questa doppietta, ci siamo spostati da Berton. Lo chef Andrea Berton lo conosciamo da molto tempo, spesso passiamo davanti al suo ristorante e la sua maestria in cucina ci ha sempre impressionato. Incontrarlo di persona e avere l’onore di stringergli la mano è stato bellissimo. Berton e il suo staff sono molto gentili e sorridenti.
Dal suo ristorante abbiamo provato i tortelli d’anatra con crema di brodo allo zafferano e spinaci crudi. Un piatto per cui è difficile trovare le parole per descriverlo, tanto era delizioso. I piccoli tortelli racchiudevano un intenso ripieno che veniva coccolato dal brodo allo zafferano. I brodi sono una delle specialità dello chef Berton e questo con lo zafferano era superbo. Lo zafferano acquistava una consistenza completamente nuova in questa sua versione e avremmo voluto che non finisse mai.
Acanto
Mantenendoci su un primo, abbiamo provato i paccheri cacio e pepe con ricordo dell’ossobuco del giovane e simpatico chef Alessandro Buffolino del ristorante Acanto. Il piatto era molto buono, ma ci ha convinto poco l’abbinamento dei paccheri con il cacio e pepe. Il condimento era un po’ liquido e non aveva il tipico sapore deciso della famosa ricetta romana. L’ossobuco in polpetta, invece, era ottimo.
Il Convivio Troiani
Spostandoci figurativamente da Milano a Roma, abbiamo provato la cucina del Convivio Troiani, ristorante della Capitale in cui lo chef Angelo Troiani rivisita i piatti della tradizione creando abbinamenti nuovi. La zuppa di granchietti di scoglio al latte di cocco e broccoletti ajo e ojo ci ha portato direttamente al mare. Sapori intensi e un brodo favoloso ci hanno conquistato. Il granchio è, probabilmente, il crostaceo che più amiamo e averlo apprezzato in una zuppa ci ha permesso di conoscerlo in un’altra ottima interpretazione.
Il Liberty
Uno degli chef che, nelle interviste, ci aveva maggiormente incuriosito è stato Andrea Provenzani del Liberty. I mondeghili ci sono molto cari, sono uno dei piatti che adoriamo di più, inseriti nella nostra personale tradizione culinaria della campagna lombarda. Non potevamo non provare la versione gourmet di Provenzani, che ha creato i mondeghili di vitello e mortadella, pesto con tartufo estivo, nocciole, prezzemolo, coriandolo e patata soffice.
Il vitello, più morbido e delicato di sapore rispetto al manzo tipico della ricetta tradizionale, si univa perfettamente al purè di patate. Il tocco deciso era dato dal pesto con il tartufo nero, che dava lo sprint di sapore al palato utile a nobilitare il piatto.
Sadler
Siamo poi passati a gustare il piatto di uno degli chef più famosi in Italia: Claudio Sadler. Presente al Charity Resturant con il suo uovo di selva con cous cous alla curcuma, verdurine ed asparagi, maionese al grana padano e polvere di cipolle bruciate. Piatto favoloso.
Inaspettatamente abbondante era un perfetto connubio di sapori, colori, profumi e consistenze. Ogni ingrediente aveva il suo spazio e ognuno si amalgamava splendidamente con gli altri. Particolarmente stuzzicante la maionese al grana padano, ma la vetta di questo piatto era la polvere di cipolle bruciate, sublime.
Bvulgari Hotel
Se dovessimo identificare questo Taste of Milano con un ingrediente, sarebbe lo zafferano. Nobile e prezioso lo abbiamo incontrato in ben tre piatti. Nel risotto Milano-Napoli dello chef Roberto Di Pinto del Bvlgari Hotel, erano presenti addirittura gli stimmi. Scenograficamente questo è stato il piatto più bello, una tavola di colori accesi: giallo, rosso, verde.
Una gioia per gli occhi. Ma non era solo bello a vedersi. Il suo profumo era straordinario e altrettanto buono era il suo gusto. Abbiamo molto apprezzato l’aroma del limone e la cottura del pesce, ma il gambero marinato ci ha letteralmente stupito: fresco, profumato, gustoso, una vera perla.
Dal verace Di Pinto abbiamo provato anche la “tartare di vitello, panelle e maionese all’acciuga”. Era la prima volta che assaggiavamo la panella e ci è piaciuta moltissimo. La sua consistenza soffice all’interno e croccante all’esterno ne fa un’ottima base per la tartare, a cui lo chef ha aggiunto un grintoso tocco di peperoncino e la pungente maionese alle acciughe che ci hanno fatto apprezzare ancora di più il piatto.
Trussardi alla Scala
Giunti quasi al termine, abbiamo concluso i piatti salati con il canederlo di gamberi e pastrami, olive nere, bouillabaisse allo yuzu e caviale Trussardi di Roberto Conti del ristorante Trussardi alla Scala, uno dei nostri chef preferiti. La boiullabaisse era magnifica, aveva un gusto avvolgente e sensuale. Nell’insieme il piatto era molto buono, ma lo chef Conti ha riservato il meglio per il dessert.
La Mars-Tru, una mousse di arachidi salata con cioccolato Trussardi è stata un scoperta. L’equilibrio dei sapori e le varie consistenze della mousse hanno reso questo dolce il primo ballerino della Scala. Ancora una volta chef Conti ci ha fatto innamorare con uno dei suoi piatti.
Knam
La conclusione l’abbiamo riservata al dolce del famosissimo Ernst Knam. Afrika su marquise al cacao e cocco con mango piccante. Il cioccolato, sua arcinota specialità, era ottimo, ma accompagnato dalla freschezza e dolcezza del mango, proiettava la mente su una spiaggia bianca con mare cristallino. Afrika è un dolce che fa sognare.
Abbiamo arricchito il nostro bagaglio culinario e siamo rimasti stregati dalla bontà di alcuni piatti. Speriamo nel corso dell’anno di riuscire a provare almeno uno dei ristoranti del Taste of Milano 2016.
Abbiamo ancora mesi di esperienze culinarie davanti a noi, ma il Taste of Milano 2017 è già virtualmente segnato sul calendario.
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